IL MIO “ GIARDINO DEGLI UCCELLI ”

uccelliDa appassionato naturalista con una spiccata preferenza per l’avifauna mi diletto ormai da anni allo studio e all’osservazione degli uccelli. Ho girato in lungo e in largo gran parte degli ambienti naturali che il nostro bel paese ci offre affrontando non poche difficoltà (soprattutto climatiche) per riuscire a fare interessanti avvistamenti e improbabili fotografie ma mi sono presto reso conto che un posto più comodo della finestra della propria camera proprio non c’è ! Comodamente seduto in poltrona, al riparo dalle intemperie e circondato da ogni confort, si riescono a fare ottime osservazioni e sorprendenti scatti (al limite, in estate, anche in una tenda ben mimetizzata posta all’ombra in un angolo del giardino). Sembra strano ma è così. Le città contengono una incredibile varietà di ambienti che, se correttamente gestiti, offrono una serie di habitat per moltissime specie di animali e vegetali. E’ un fenomeno noto a tutti la scelta, in un certo modo ragionata, di alcuni animali, considerati selvatici per abitudini, di convivere con l’uomo proprio nei luoghi dove egli dimora e svolge le sue attività. Giardini, orti, parchi pubblici e addirittura tetti, sottotetti, camini, campanili sono stati scelti come habitat preferenziale dagli uccelli che fino ad alcuni anni fa avevano continuato a sfuggire la città. Taccola - Corvus monedula (1602)Così non è difficile oggi scorgere colombi, merli, tortore, gheppi e falchi pellegrini tranquillamente appollaiati sui rami degli alberi di un parco cittadino o, perché no, su un’antenna televisiva. Altrettanto usualmente cinciallegre, passere, rondoni, codirossi, barbagianni e civette nidificano nelle cavità dei muri e sotto le tegole dei nostri tetti. Questi uccelli hanno modificato le loro abitudini adattandosi alla vita in città non certo per un manifesto interesse nei confronti dell’uomo, ma perché la campagna ha sovente subito sconvolgimenti ambientali, alterazione degli equilibri, diventando invivibile per alcune specie. Queste hanno quindi trovato più vantaggioso e tranquillo il territorio urbano, dove l’estrema facilità di reperire cibo (sempre abbondante tra i rifiuti), unita alla non meno importante quiete degli spazi urbani (dove la sorpresa di una fucilata è assai improbabile) e alle temperature più alte nel periodo invernale (fino a 5°C in più rispetto alla campagna circostante), hanno creato un territorio molto bene accetto all’avifauna.

Codirosso - Phoenicurus phoenicurus 1Fortunatamente vivo in periferia ai margini del Parco dei Colli di Bergamo e il verde dalle mie parti non manca e allora mi sono detto, perché non “adattare” il mio giardino in funzione dei miei amici pennuti? Ho iniziato così a “progettare” un giardino per gli uccelli. Girovagando su internet alla ricerca di informazioni sulle varie specie di piante più indicate (si, lo so, non è così appassionante come spulciare polverose cataste di libri ma per un allergico agli acari come me è un gran vantaggio..) mi sono reso conto che stavo “violando” i copy right di qualcun altro. Il mio “giardino per gli uccelli” altro non era che il Birdgarden, termine inglese che significa pensare, progettare e mantenere uno spazio verde a beneficio dell’avifauna, dedicato in primis al mondo alato. Che delusione, non si più neanche avere la soddisfazione di inventare qualcosa che ti accorgi che l’hanno già fatta. Comunque sia, a prescindere da chi e quando era stato ideato, il giardino degli uccelli era quello che volevo ed è quello che ora illustrerò.

Verdone - Carduelis chloris (1479)Il Birdgarden, abbiamo detto, ha lo scopo di ospitare gli uccelli, ma è pur sempre un giardino e quindi deve avere anche una valenza estetica. I primi che diedero vita al birdgarden furono gli inglesi, i quali sentono, per tradizione, l’esigenza di possedere un pezzo di terra e di curare le proprie piante, infatti nei paesi anglosassoni avere un fazzoletto di erba è obbligatorio e sacro; basti osservare le grandi ville nelle campagne inglesi ed irlandesi dove non manca mai il verde. E il primo ad usare il termine “giardino naturale”, che ben si addice al Birdgarden, fu William Robinson nell’Inghilterra del 1881 nel suo libro “The wild garden” scandalizzando i giardinieri benpensanti della tradizione inglese, proponendo nei giardini erbacce ed arbusti come se fossero spontanei del luogo. Questo concetto oggi consolidato di giardino naturale è un luogo dove l’impostazione progettuale del paesaggio e la gestione degli spazi all’aperto non siano in conflitto con la natura, ma bensì in una comunione di intenti. Non un giardino formale dunque, ma frutto del lavoro di ricerca per evidenziare ed esaltare gli aspetti locali più caratteristici, con un risultato più naturale, più spontaneo e più rilassante. Progettare quindi un giardino armonicamente inserito nella situazione climatica in cui si vive, osservando attentamente ciò che cresce spontaneamente nella zona in modo che, inoltre, la sua cura ne risulti semplificata.

Fringuello - Fringilla coelebs (0504)Ho approfondito le mie ricerche e ho scoperto che il primo esempio di conduzione naturalistica a beneficio degli uccelli condotta su un territorio privato la dobbiamo, ovviamente, ad un inglese, Squire Charles Waterton dello Yorkshire, che nei primi anni dell’ottocento sistemò i suoi terreni al solo fine di migliorare la qualità della vita degli uccelli che vi abitavano. Inutile aggiungere che fu considerato a dir poco un eccentrico, ma certo anticipò di molto tutti i “naturalisti”, gestendo un territorio su basi ecologiche. Da allora la mentalità non è completamente cambiata e ancor oggi sussistono opinioni, o meglio, pregiudizi che vorrebbero “il bel giardino” privo di ogni interferenza causata da animali selvatici, vedendola come un fattore negativo ed incompatibile con la perfetta manutenzione di piante e fiori.Merlo - Turdus merula (0836) 2

Tuttavia, gli inglesi, ma anche altri popoli del centro-nord Europa, ci hanno oramai dimostrato che bellezza e naturalità possono benissimo coesistere in un giardino, come in un territorio più vasto, e che anzi questi aspetti possono fondersi armoniosamente.

Per realizzare un giardino o uno spazio verde dedicato in particolare agli uccelli, dobbiamo simulare o ricreare diversi ambienti di transizione, cioè quelle fasce tra un habitat ed un altro che sono le più ricche di biodiversità e che ospitano pertanto la massima variabilità di organismi vegetali e conseguentemente di fauna. La transizione tra alberi, arbusti, prato e zona umida, con tutti gli spazi intermedi, offrono habitat alle specie tipiche di tutti questi ambienti spesso separati, così che molte specie animali possono pertanto convivere in spazi più ristretti. Il graduale passaggio tra un ambiente e l’altro, anche su aree limitate, arricchisce la variabilità ambientale offrendo contemporaneamente ampie differenti possibilità (nicchie ecologiche) a molteplici organismi interdipendenti.

Nella scelta delle specie vegetali è bene privilegiare certamente le autoctone, ma senza sottovalutare o scartare a priori quelle esotiche. Alcune piante hanno una ampia valenza ecologica ed un alto valore biologico, pertanto sono da privilegiare nella scelta, soprattutto per quanto riguarda gli arbusti e le piante erbacee. Per gli alberi, per i quali è molto significativa l’età, l’approccio può essere simile tenendo conto che la piena potenzialità sarà espressa soltanto da una pianta matura, con tempi difficilmente paragonabili ai nostri. Ad esempio una quercia europea ha il massimo valore biologico tra le specie vegetali arboree, ospitando in vario modo una ineguagliabile varietà di organismi, ma questo valore si esprime interamente soltanto in un esemplare adulto, condizione che generalmente comincia dopo i 50 anni di vita della pianta. Ne consegue che la presenza di un albero già maturo rappresenta certo una fortuna ed un patrimonio biologico superiore.Merlo - Turdus merula (0836)

Per quanto concerne la manutenzione del birdgarden, è bene evitare trattamenti antiparassitari a base di prodotti di sintesi, l’uso eccessivo di concimi chimici, le potature durante la primavera-estate, il disturbo dei nidi durante l’intero ciclo riproduttivo, l’eccessiva “pulizia” dalle foglie secche a terra, dai rami morti, in pratica l’eccessivo ordine. Dimenticare un ammasso di rami secchi, un cumulo di foglie morte, qualche cespuglio troppo fitto, un angolo di ortiche, significherà contribuire ad accrescere la naturalità del giardino e l’accettazione per gli ospiti più disparati. Bisogna cercare di favorire la moltitudine di insetti, la varietà di ambienti, rispettare la naturalità del luogo, cercare di “arricchire” in sostanza la nostra area, aggiungendo particolari, piante e sistemazione atte ad aumentare la variabilità ambientale.

Nella pratica, perciò, per avere le multicolori farfalle dovremo riservare angoli incolti del giardino ad ortiche e cardi spinosi; per osservare i cardellini occorrerà lasciare parte del prato non sfalciato; per ospitare la nidificazione dei piccoli uccelli insettivori saranno necessarie fitte siepi e vegetazione intricata. Questo, oltretutto, non contrasta affatto con l’ornamentalità che possiamo ottenere dal nostro spazio verde. Inoltre esistono ormai varietà di piante selvatiche selezionate in base a caratteristiche estetiche che comunque forniscono semi, bacche e frutti molto apprezzati dagli uccelli.

Passera d'Italia 001 - Passer domesticus italiae 2Il giardino paesaggistico inglese si avvicina molto ad un tipico esempio di come realizzare un verde ornamentale compatibile e favorevole alla fauna, pur essendo solo apparentemente “naturale”, mentre invece è in larga parte sapientemente “costruito”. La cosiddetta vegetazione a parco, con alberi distanziati di diverse dimensioni e specie, alternati ad ampi spazi aperti, con prati soleggiati, ombrosi sottoboschi, siepi informali, gruppi di arbusti e presenza di acqua, è certo la sistemazione che contemporaneamente soddisfa le più alte esigenze estetiche, esprime una alta ornamentalità e fornisce habitat pressoché ideali all’avifauna. La presenza di un prato è indispensabile per i turdidi, che amano cercare il loro nutrimento proprio saltellando sull’erba rasata, così come gli alberi maturi sono preferiti da una moltitudine di specie diverse di uccelli.
Anseriformi del Mondo anatidi oca cigno anatra

Pagina 1/2

I commenti sono chiusi.