Oche, anatre e cigni
Per chi conosce la differenza assistere alla scena di qualcuno che inconsciamente scambia un’anatra per un’oca è sofferenza pura, è la stessa fitta al cuore di quando un naturalista legge sul menù del ristorante la parola “polipo” anziché “polpo”, dal punto di vista zoologico si tratta di creature appartenenti addirittura a Phylum differenti: Cnidari i primi (meduse e coralli) e Molluschi i secondi. Di questo però parleremo in un altro articolo.
Le differenze tra oche, anatre e cigni sono sicuramente meno marcate, infatti appartengono tutti all’ordine degli Anseriformi, ma ad un occhio allenato questi particolari diventano molto evidenti.
Cigni
I cigni sono i più conosciuti e forse i più riconoscibili tra gli Anseriformi, soprattutto il cigno reale (Cygnus olor), perché sono stati ed sono tutt’ora utilizzati a scopo ornamentale all’interno di parchi pubblici e privati. Nel mondo esistono solo 6 specie di cigni e tutte sono di grandi dimensioni con corpi massicci ed un collo lungo. I cigni sono uccelli acquatici e passano gran parte della loro esistenza galleggiando sulle acque di paludi, laghi e sulle rive delle spiagge nutrendosi di vegetali nelle zone poco profonde. Proprio come adattamento all’habitat in cui vivono, le zampe sono poste in posizione arretrata rispetto al corpo in modo da ottimizzare la spinta in acqua, ma questo particolare crea delle difficoltà negli spostamenti sulla terraferma, conferendo all’uccello un’andatura goffa ed ondeggiante. A causa del suo peso considerevole il decollo risulta difficoltoso e prevede una lunga corsa sull’acqua con contemporaneo sbatter d’ali fino al completo distacco dalla superficie. Il nido viene costruito a terra vicino all’acqua oppure su vegetazioni flottanti. I cigni sono monogami e la coppia resta fedele per tutta la vita.
Oche
Le oche sono forse il gruppo più legato alla nostra vita quotidiana, basti pensare alle innumerevoli storie legate a questo anatide: il gioco dell’oca, le oche del Campidoglio, il racconto “la volpe e l’oca” e diverse altre apparizioni nelle fiabe ed infine l’immancabile ochetta Martina (nello specifico si trattava di un’oca selvatica Anser anser) del famoso etologo Konrad Lorenz. Questo legame con la dimensione umana potrebbe essere dovuto alla sua natura terrigena, a differenza di anatre e cigni che sono prevalentemente acquatici. Le oche infatti amano pascolare liberamente sulla terraferma allontanandosi molto dall’acqua in cerca delle erbe succulenti di cui si nutrono. Le zampe posteriori quindi vengono a posizionarsi centralmente rispetto al corpo migliorando considerevolmente la deambulazione; vi sfido infatti a sfuggire ad un’oca infastidita dalla vostra presenza. Il corpo è, anche nel loro caso, massiccio ed il collo è di lunghezza media. Il becco è di forma conica e presenta lungo il margine superiore una seghettatura per agevolare il taglio dei vegetali più coriacei. Le oche appartengono a due generi: Anser chiamate in modo informale oche “grigie”, per la colorazione più uniforme tendente appunto al colore grigio; Branta o oche “scure” perché presentano colori più accentuati con evidenti macchie nere soprattutto sul collo. In estate gli adulti mutano simultaneamente tutte le penne primarie rendendoli incapaci di volare per circa 3-4 settimane. Sono animali gregari che si spostano in grossi stormi durante i periodi di migrazione o in inverno. Come i cigni, le oche sono monogame e costruiscono il nido sul terreno foderandolo di penne. Un altro gruppo di anatidi con caratteristiche morfologiche e abitudini simili alle oche, anche se non sono assimilabili a quest’ultime, è il genere Tadorna.
Anatre
Tutte le specie di Anseriformi che non rientrano nei generi sopracitati possono essere assimilate nel grande gruppo confidenziale delle anatre, perché, chi più e chi meno, presentano caratteristiche analoghe. Fanno eccezione i Kaimichi (Fam. Anhimidae) che hanno una struttura più simile a quella di un tacchino, tanto che non presentano nemmeno la classica palmatura tra le tre dita anteriori delle zampe. Le anatre, quindi, sono di prepotenza il gruppo più numeroso tra gli Anseriformi ed il Germano reale (Anas platyrhynchos) è la specie più diffusa al mondo ed è proprio da lei che è stata selezionata l’anatra domestica. A causa della notevole mutevolezza specifica anche le dimensioni degli esemplari variano dai più piccoli di circa 30 cm di lunghezza, ai più grandi di quasi 70-80 cm, anche se mediamente risultano essere di grandezza inferiore alle oche e soprattutto ai cigni. Le anatre si alzano facilmente in volo, senza correre sulla superficie dell’acqua, tranne le specie più massicce che hanno bisogno di un minimo di slancio. Le anatre sono uccelli acquatici e, come i cigni, la loro struttura ed il posizionamento arretrato delle zampe rispetto al baricentro del corpo li rendono dei perfetti nuotatori. Alcune anatre, dette tuffatrici, sono talmente abili che hanno sviluppato delle tecniche di caccia e nutrizione subacquee; nelle immersioni utilizzano le zampe come mezzo di propulsione e possono raggiungere alcuni metri di profondità. Le anatre dette di superficie si nutrono in acque poco profonde immergendosi solo con la testa e parte del corpo e lasciando in bella vista in aria il groppone. Questa differenziazione nelle modalità di procurarsi il cibo non esclude però che le anatre di superficie siano in grado di immergersi e che le anatre tuffatrici non si trattengano nelle acque poco profonde. Le anatre possono essere prettamente vegetariane oppure preferire una dieta onnivora che includa, oltre alle piante acquatiche, piccoli molluschi e pesci. Caratteristica di quasi tutte le anatre è il dimorfismo sessuale: i maschi hanno un piumaggio diverso da quello delle femmine. I colori dei maschi possono essere molto vistosi, basti pensare all’anatra mandarina (Aix galericulata); mentre la femmina ha colori più tenui nei toni del marrone, ideali per mimetizzarsi nella vegetazione, mentre è nel nido a covare le uova. In estate però i maschi attraversano la fase di eclisse e adottano un piumaggio mimetico simile a quello delle femmine: durante questa importante muta gli esemplari perdono simultaneamente le penne e la sostituzione delle remiganti li rende incapaci di volare per 3-4 settimane, come accade per le oche. Non tutte le specie sono monogame ed il nido è costruito vicino all’acqua sul terreno, sotto qualche cespuglio oppure in un buco di un albero a volte a diversi metri da terra.
Oche, anatre e cigni però hanno qualcosa in comune, in tutti i gruppi i pulcini sono nidifughi, ossia la prole è particolarmente precoce ed abbandona il nido per seguire i genitori poco dopo la schiusa, ma, cosa più importante dal mio punto di vista, i pulcini sono degli amabili batuffoli di piume, irresistibilmente morbidi e scoordinati in modo spassoso [sono proprio il mio punto debole].
La prossima volta che andate in qualche parco o giardino zoologico o ovunque ci sia la possibilità di avere più specie sottocchio, allenatevi a percepire le differenze tra questi gruppi e vedrete che ciò che prima non notavate, ora non vi sfuggirà più e potrete classificare ogni esemplare nella giusta categoria. Raccomandato ovviamente è possedere una buona guida al riconoscimento degli Anseriformi. Buone osservazioni a tutti!