Se il classico nido di uccello è nell’idea di ciascuno di noi la coppa di rametti o pagliuzze posata alla biforcazione di un ramo, in realtà il mondo alato presenta una varia tipologia di nidi in relazione alle specie considerate. Nel Tentativo principale di costruire nidi sicuri dai predatori e riparati dalle intemperie, alcuni uccelli hanno adottato la strategia del nidificare in cavità. Ad esempio i picchi le scavano attivamente nei tronchi; altri come il Martin pescatore, i Gruccioni o i Topini negli argini sabbiosi e ciottolosi. Molte specie, soprattutto di piccole dimensioni, sfruttano invece cavità naturali: crepe e buchi nei tronchi vecchi, nidi abbandonati di picchi, cortecce distaccate, fessure di rocce, eccetera.
In città invece gli alberi sono piantati e curati dai giardinieri, e per altri motivi dunque le cavità sono ancora più rare. In questi ambienti la densità nidificante di molti uccelli è proprio limitata dalla carenza di cavità idonee e disponibili. Molte esperienze hanno dimostrato come, apponendo nidi artificiali in boschi giovani o ambienti urbani, la presenza nidificante di molte specie aumenti sensibilmente.
I nidi artificiali più tipici per le piccole specie di uccelli canori che frequentano boschi, campagne e città sono detti a “cassetta postale”. Questo tipo di nido ha un coperchio apribile ed un foro d’ingresso. Il modello classico può subire numerose varianti soprattutto nelle dimensioni, nella forma e posizione del foro d’entrata nonché nella struttura generale del nido.
Una comune variante è infatti quella del “nido a tronchetto” dove la forma è cilindrica anziché squadrata. La sua realizzazione è comunque ben più complessa partendo da un moncone di tronco che viene convenientemente svuotato del legno interno. In altri casi si usano stampi e colate di cemento misto a segatura per alleggerirne il peso.
A “cassetta” o a “tronchetto” non crea differenza per la maggioranza delle specie. Il foro d’entrata invece è particolarmente importante: la sua dimensione infatti deve essere ben calcolata. Fori troppo piccoli rendono impossibile l’accesso a specie di taglia più grande; fori troppo ampi, in certi casi non offrono adeguata riservatezza e sicurezza dai predatori a molti uccelli piccoli.
Costruirsi un nido artificiale è semplice e basta seguire certe indicazioni soprattutto in relazione alle dimensioni delle varie parti. Le dimensioni e i rapporti elencati nella tabella sono ideali per attirare una specie anziché altre. Misure intermedie sono comunque ottime per due o più specie.
Per costruire un nido artificiale a cassetta si devono seguire le indicazioni generali di taglio, scegliendo le misure in base a quelle riportate nella tabella.
Le generalità di taglio per un nido a cassetta aperta sono pressoché le stesse con una sola variante per la parte frontale. Nel caso di un “fai da te” è importante sapere che lo spessore del legno preferibile è di circa 2 cm. Spessori inferiori possono essere accettabili utilizzando compensato, meglio se resinato al fine di evitare imbarcature e scollamenti.
Il legno è meglio che non sia trattato di recente con oli o creosoto o resine che tendono a conferirgli maggiore impermeabilità e resistenza agli agenti atmosferici. Un eventuale trattamento va realizzato con largo anticipo sull’apposizione, lasciandolo all’esterno perché perda le esalazioni. Anche se gli uccelli hanno un odorato estremamente labile sembra che non apprezzino nidi con legno impregnato di recente.
In certi casi è preferibile che la base del nido sia dotata di uno o due fori per facilitare il deflusso di eventuale acqua infiltrata. Le cerniere che fissano il coperchio e lo rendono apribile possono essere metalliche, ma una striscia di materiale plastico gommoso (tipo linoleum) rappresenta la migliore soluzione.
Altri piccoli, ma importanti accorgimenti, si riferiscono al miglioramento dell’accessibilità al nido attraverso l’apposizione di un bastoncino fissato poco sotto l’ingresso per fungere da posatoio prima di entrare; oppure scalfire il margine inferiore del foro d’entrata per facilitare la presa delle zampe.
Riportiamo di seguito le misure ideali in relazione alle specie più comuni.
Il periodo migliore per installare un nido è in autunno-inverno. Gli uccelli nidificano in genere in primavera, e le specie considerate non avviano generalmente la costruzione del nido prima di marzo.
È molto importante che il nido sia posizionato con largo anticipo. Questo per promuovere la confidenza della nuova struttura con gli uccelli che frequentano la zona e dare loro la possibilità di ispezionarlo accuratamente. Installazioni troppo anticipate producono infatti molti inconvenienti: maggiore usura del legno, invasione della cavità da parte di insetti e ragni ancora attivi (in estate o primo autunno) o roditori in cerca di un posto per ibernarsi (come il moscardino). Anche in questi ultimi casi, peraltro piacevoli e interessanti, il nido comunque non sarà utilizzato dagli uccelli. Per questo stesso motivo dopo la riproduzione, in estate, il nido può essere rimosso, pulito e poi reinstallato l’autunno successivo.
Importante per il successo dell’occupazione è come viene posizionato e dove. La scelta del sito non è difficile ma deve essere accorta. Vanno privilegiate zone tranquille anche se vicine a zone interessate da vostre attività quotidiane: non sono rari casi di cince o pigliamosche che hanno occupato nidi fissati sotto la balaustra o sopra la porta di un appartamento. Importante è il nido non sia troppo visibile e isolato, e soprattutto accessibile dall’uomo. Un angolo “ignorato” del giardino è l’ideale.
Altra regola essenziale è non disturbare l’attività degli uccelli presso il nido. Una volta scelto il sito e posizionato il nido dimenticatelo per un po’. Sarà il volo degli occupanti a richiamare la vostra attenzione in primavera.
È necessario sapere che le fasi più delicate sono quelle della scelta del nido e dell’incubazione. Bisogna evitare in alcun modo di disturbare gli uccelli in questi momenti. Quando si avverte che è in atto la cova, si potrà ispezionare il nido usando una scala e alzando il coperchio solo quando nessun adulto è presente all’interno. Si deve anche evitare di alterare la disposizione esterna della vegetazione. Simili disattenzioni possono indurre gli uccelli ad abbandonare nido e covata.
Lo stesso vale quando ci sono i pulcini. Anche se in questa fase i genitori raramente abbandonano la nidiata, un disturbo può far propendere gli adulti a non usare più quel nido per il futuro.
Il nido può essere inchiodato o legato (meglio la prima soluzione, a meno che non debba essere fissato ad un albero) e preferibilmente leggermente inclinato verso il basso. L’esposizione migliore è quella rivolta verso Ovest, e l’apertura non deve essere esposta al sole o agli agenti atmosferici. L’ancoraggio deve essere comunque ben saldo.
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